Salute mentale fa rima con giustizia sociale
Ecco perché chi si occupa di salute mentale deve assolutamente interessarsi alla giustizia sociale
La comunicazione del benessere di stampo euroamericano tende a sottolineare che la responsabilità della propria salute mentale e fisica ricada sull’individuo. Concordo che ci siano una serie di azioni che ognun* di noi può compiere ma, come già detto altre volte, questo copre una piccolissima parte di ciò che va a comporre il nostro benessere e, per persone che appartengono a gruppi marginalizzati e soggetti a pregiudizi, questo spazio di movimento diventa molto piccolo.
I determinanti sociali della salute mentale sono molteplici fattori che, interagendo tra loro, influenzano i livelli individuali e collettivi di salute mentale e di benessere.
Il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute del Piemonte ha tradotto nel 2017 un documento della WHO in cui si legge:
“Una buona salute mentale è parte integrante della salute e del benessere. La salute mentale di un individuo e la maggior parte dei disturbi mentali sono modellati dai vari contesti sociali, economici e fisici attraversati nelle differenti fasi della vita. I fattori di rischio comuni alla maggior parte dei disturbi mentali sono strettamente connessi alle disuguaglianze sociali, per cui ad una maggiore disuguaglianza corrisponde un aumento di disuguaglianza nell’esposizione al rischio.”
In altre parole, è imperativo e urgente agire come società nel cercare di intervenire sulle determinanti sociali che, esponendo le persone a trattamenti discriminatori e situazioni di disuguaglianza, mettono quelle persone a maggior rischio per la propria salute mentale e fisica.
Ecco perché noi professionistx sanitarx dobbiamo essere in prima linea nel lotta contro le discriminazioni.
Inutile che facciamo un sacco di corsi sulla mindfulness e tecniche varie per proporle a* nostr* pazienti se poi siamo completamente assenti quando si parla di razzismo, abilismo, sessismo, omolesbobitransfobia, islamofobia eccetera.
Un po’ più aggiornamento sulla giustizia sociale e i movimenti antirazzisti credo siano molto più utili a questo punto dell’ultimo fichissimo protocollo CBT.
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