Me la faccio spesso questa domanda. Le risposta è: no, non sono sicura, ma ci devo provare, sperando di diventarlo sempre di più, perché dobbiamo occuparci della salute di tutte le persone e senza fare danno.
Le due cose sono assolutamente legate l’una all’altra e molto spesso persone con identità marginalizzate sono costrette a fare coming out in un ambulatorio/studio sanitario perché il sistema sanitario italiano è ancora troppo cisteronormato, cancella ancora troppo spesso le identità intersex, transgender, non binarie. Discrimina ancora troppo spesso le persone che si identificano sotto l’ombrello aroace (asessualə, aromenticə) e/o che sono poliamorose.
Faccio un esempio. L’endometriosi è una malattia cronica che colpisce 170 milioni di persone nel mondo, ma in Italia viene narrata solo come malattia delle donne, cancellando completamente gli uomini transgender, le persone intersex e le persone con identità di genere non binarie.
Sappiamo che il Minority Stress ha un impatto a lungo termine sulla salute delle persone appartenenti a gruppi marginalizzati, il minimo che possiamo fare è rendere accessibili ed inclusivi i nostri spazi sanitari, altrimenti falliamo miseramente nel nostro compito di cura.