Sono estasiata dal fatto che il linguaggio del mio primo amore, la psicologia sociale, stia entrando sempre di più nella nostra quotidianità. E’ anche un ambito di studio e ricerca molto specifico, quindi credo sia normale che alcuni termini vengano confusi quando se ne parla al di fuori di gruppi di addettə ai lavori.
Le parole, però, sono importanti e quando si parla di dinamiche di privilegio ed oppressione, usare le espressioni scorrette può portare a interferire con il processo di consapevolezza e decostruzione.
Un paio di definizioni.
Pregiudizio:
Un atteggiamento negativo nei confronti di un’altra persona o gruppo formato prima di qualsiasi esperienza con quella persona o gruppo. I pregiudizi includono una componente affettiva (per es. dal nervosismo all’odio), una componente cognitiva (per es. stereotipi) e una componente comportamentale (per es. discriminazione e la violenza).Pregiudizio interiorizzato:
Accettazione di stereotipi negativi sul proprio gruppo sociale; è associato a disagio psicologico. E’ il prodotto di sistemi di privilegio e valori sociali che, nel tempo, erodono il senso del valore di un individuo e minano l’azione collettiva di una minoranza marginalizzata o oppressa.
Ognunə di noi fa il bagno nei pregiudizi fin da prima di nascere. Li conosciamo, magari non li condividiamo.
Un esempio:
Se sei una persona grassa potresti sia avere pregiudizi grassofobici, sia provare grassofobia interiorizzata, perché fai parte del gruppo oggetto di discriminazione sistemica.
Se sei una persona magra potresti avere pregiudizi grassofobici, ma NON puoi provare grassofobia interiorizzata perché NON fai parte del gruppo oggetto di discriminazione sistemica.
Importante:
Fonti: