Stavo ascoltando una puntata del podcast Unlocking Us di Brené Brown, la ricercatrice e storyteller texana che studia e racconta temi complessi come la vulnerabilità, la vergogna e la scarsità. In un dialogo con le sue sorelle in occasione dei 10 anni dalla pubblicazione del suo libro “I doni dell’imperferzione”, è saltata fuori una domanda.
“Parli a te stessə nello stesso modo in cui ti rivolgi alle altre persone?”
tutte e tre hanno ammesso di utilizzare verso se stesse un linguaggio molto più severo, rude e a volte addirittura offensivo verso se stesse, quando le cose non vanno come avrebbero desiderato o fanno un errore, che non si sognerebbero nemmeno di rivolgere ad altre persone nella medesima situazione.
In psicoterapia è un tema che emerge molto spesso. Ci sono persone sono capaci di grande gentilezza, empatia e compassione verso gli altri, ma che diventano dei giudici intransigenti quando si tratta di se stessə.
Uscirne non è facile, ma dobbiamo renderlo possibile. Se ti rendi conto di una discrepanza tra come ti rivolgi a te stessə rispetto a come pensi e parli delle e alle altre persone, può essere l’inizio di un lavoro molto importante.