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Ma … e la salute?

Ma … e la salute?

Quando si parla di persone grasse alla maggior parte della gente non interessa davvero la loro salute

Ma … e la salute? E’ la classica domanda del gufo che fanno le persone quando di parla di body positivity e fat acceptance. Perché in un mondo sempre più disumanizzato, il vero cattivo, la nemesi da combattere senza requie è l’obesità. Chissenefrega delle persone che vivono in quel corpo, di cosa ne pensano, cosa hanno da dire. Devono cambiarlo.

Così si creano un sacco di salvatori e salvatrici (senza alcuna competenza medica, psicologica o nutrizionale) che offendono, umiliano, bullizzano, danno consigli senza averne titolo, per il “bene” e soprattuto la “salute” delle persone grasse. Che non hanno voce in capitolo sul loro corpo o sulla salute, a meno che non si comportini da brav* grass* e facciano tutto alla perfezione dimostrando di non voler restare grass*.

Chisseneimporta se dalla corporatura di una persona non puoi sapere nulla della sua salute e sul suo corpo non dovresti permetterti di dire nulla, perché non è affare tuo.

C’è una crociata in atto a livello internazionale, da anni, verso le persona grasse. In barba, ad ogni conoscenza psicologica che abbiamo, si continua a combattere una guerra del terrore contro l’obesità, come se umiliare, spaventare e cancellare le vite di chi è un corpo non conforme fosse la soluzione. L’unico risultato è che le persone grasse vivono uno stress continuo di dover giustificare costantemente la propria esistenza, di esclusione da molti ambienti, inclusa la discriminazione lavorativa. Ti pare davvero che questo sia preoccuparsi della salute delle persone?

Inoltre, l’effetto che si ottiene è che molto spesso chi è grass* evita o rimanda all’infinito controlli e visite mediche perché sa che la conversazione verterà solo sul peso, invece che prendere in considerazione il vero problema medico per il quale si è cercata la consulenza. Quindi, basta.

Sai che c’è? Li do io un po’ di esempi di “Ma … e la salute?” di cui dovremmo tutt* preoccuparci e che, invece, spesso sono lasciati nel mondo delle cose che dovrebbero essere importanti, di cui in fondo, dall’alto del nostro privilegio non ci interessa nulla.

  • Ma … e la salute delle persone con la sclerosi multipla cui è negata la fisioterapia?
  • Ma … e la salute delle persone Transgender FtoM che da mesi in Italia devono lottare per riuscire a trovare i farmaci per la TOS (terapia ormonale sostitutiva)?
  • Ma … e la salute delle persone sorde, a cui magari piacerebbe andare al cinema a vedersi un film, ma non si può perché mettere due sottotitoli è troppa fatica e poi alla gente dà fastidio?
  • Ma … e la salute delle persone in carrozzina che si trovano i parcheggi occupati (massì ci stavo solo 2 minuti), gli accessi ai palazzi pubblici intralciati (eh ma quella rampa non la usa mai nessuno), ascensori nelle stazioni che non funzionano (il tecnico viene la settimana prossima), uffici inaccessibili (il montascala non si poteva mettere per questioni estetiche), eventi pubblici come concerti o conferenze a cui anche ammesso che potresti riuscire ad entrare, un* su mille ce la fa, e poi bisogna vedere dove ti mettono?
  •  Ma … e la salute delle persone innamorate di un’altra persona dello stesso sesso e che lo Stato Italiano ritiene meno meritevoli di diritti civili?
  • Ma … e la salute delle persone grasse che non possono muoversi nel mondo senza che tutto ruoti attorno al loro corpo, senza andare dal medico per un mal di gola e sentirsi dire che comunque sarebbe meglio perdere del peso, pazienza se magari questa osservazione ti fa ripiombare nella spirale del disturbo alimentare che hai combattuto per anni.

Se davvero interessasse la salute, le domande che si farebbero e gli interessi che si muoverebbero sarebbero ben altri.

Sono molto arrabbiata.

Sono una psicologa psicoterapeuta e lavoro a Rovigo e online. Mi occupo del benessere psicologico di adulti e adolescenti.

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