articolo originale pubblicato su Sicurezza Magazine 2018 – 2019 – Magazine Ufficiale di Federsicurezza Italia per la Fiera Ambiente e Lavoro 2018 [scarica l’articolo in formato pdf]
La sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, nonché la prevenzione degli incidenti e degli infortuni, dovrebbero essere al primo posto per tutti. Purtroppo, le statistiche di questi ultimi mesi non sono esattamente di conforto a questa nozione.
Chi opera in questo campo sa benissimo che la sicurezza non è data solo da attrezzature e DPI all’avanguardia, ma è fatta soprattutto dalle persone. Se lavoratori e lavoratrici, a qualunque livello, non credono fermamente che le procedure per la prevenzione dell’infortunio e per la sicurezza quotidiana siano effettivamente ciò che porta tutti sani e salvi e casa dopo il proprio turno, a poco servono documenti perfetti e slogan altisonanti.
Fermo restando che, il primo blocco aziendale ad introiettare i valori della sicurezza deve necessariamente essere quello dirigenziale, perché senza supporto istituzionale il cambiamento è molto difficoltoso, la psicologia della comunicazione e della persuasione sono un ottimo alleato.
L’assunto base è che ricordiamo meglio e con più vividezza fatti o avvenimenti associati ad una carica emotiva piuttosto forte. Questo vale sia per emozioni spiacevoli (per es. paura) che per emozioni piacevoli (per es. gioia). Sappiamo anche, come è ragionevole pensare, che tendenzialmente non amiamo ricordare eventi che ci fanno provare emozioni spiacevoli, pertanto una formazione esageratamente centrata (come ho visto purtroppo accadere) sulle conseguenze tragiche del non rispettare le regole di sicurezza, potrebbe avere addirittura l’effetto contrario di quello desiderato.
Come fare, dunque, per mettere in atto una comunicazione persuasiva che aiuti a introiettare la sicurezza come valore personale? Un modello interessante di comunicazione persuasiva è quello elaborato nel 1986 dai ricercatori John T. Cacioppo e Richard Petty e il loro Modello della Probabilità di Elaborazione” (ELM). Secondo Petty & Cacioppo gli esseri umani sono dei “risparmiatori cognitivi”, ovvero cerchiamo di elaborare gli stimoli e prendere decisioni con il minimo dispendio energetico – e proviamo a pensare quanto questo possa essere difficile nel mondo contemporaneo in cui siamo bombardati da un numero spropositato di stimoli (Social Media) e teorie completamente contrastanti (fake news).
Secondi i due studiosi, la comunicazione persuasiva può seguire due vie di elaborazione: quella centrale e quella periferica. La prima, quella che porta ad un cambiamento profondo e duraturo, si basa sulla capacità di chi riceve il messaggio di elaborare attivamente ciò che viene comunicato, accompagnata da analisi e riflessione. La seconda, quella periferica, è caratterizzata da una minore capacità di analisi e rielaborazione da parte del ricevente, con una maggiore attenzione agli aspetti superficiali e formali del messaggio.
Se vogliamo davvero che i corsi e le formazioni per rendere più sicure le persone che lavorano funzionino in maniera efficace dobbiamo abbandonare le obsolete, noiose, classi di formazione in cui si pretende che degli adulti assorbano passivamente quantità abnormi di numeri ed informazioni stando fermi immobili su delle sedie, e concentrarci su una formazione che alla teoria affianchi la pratica, che sia un vero addestramento: interessante, esperienziale, applicabile nella vita di tutti i giorni.
Certo, questa seconda proposta è più faticosa e richiede maggiore preparazione, ma ne vale decisamente la pensa se questo rende i nostri ambienti di lavoro più sicuri e confortevoli.