Quando si parla di stress si fa molto presto a nominarlo (anche a vanvera) e renderlo il responsabile di innumerevoli problemi di salute. Proviamo a parlarne in maniera concreta: per esempio della teoria del Minority Stress.
Il modello di Meyer del 2003 è nato pensando all’esperienza delle persone persone lesbiche, gay e bisessuali e può essere applicato anche ad altri gruppi marginalizzati come persone razzializzate, persone transgender, intersex, non binarie, asessuali/aromantiche, non monogame, persone con disabilità e/o con malattie croniche, persone neurodiverse, persone grasse, per fare alcuni esempi.
Sommiamo questa condizione di stress cronico a quella che ci stiamo portando dal 2020 e il quadro non è proprio roseo.
Quindi? Non ci si può fare nulla?
Ci si possono e si devono fare moltissime cose a livello politico e istituzionale, tanto per cominciare.
Ma lo possiamo e lo dobbiamo fare soprattutto noi professionistə sanitarə: smettere di guardare ə pazienti come individui isolati e cominciare a cogliere la complessità della vita personale e sociale di chi ci troviamo davanti.