Quando hai una malattia cronica portare avanti con continuità qualsiasi tipo di attività (studio, lavoro, hobby …) può sembrare una impresa impossibile.
Capita che durante gli episodi di peggioramento dei sintomi (flare up) sia necessario stoppare qualsiasi attività o ridurla al minimo per dare tempo al corpo, magari aiutato da eventuali farmaci o altre terapie, di riprendersi. Spesso questo significa che attività che sono strutturate per avere una certa continuità e accumulo di competenze procedano, se lo fanno, come minimo a singhiozzo.
E quando questa dinamica si ripresenta più volte impegnarsi in percorsi a medio-lungo termine, di qualsiasi tipo, può diventare estremamente stressante e difficilmente invitante. Si può finire per pensare che non ne vale la pena. E non è un problema solo individuale, perché ne gioveremmo tuttə se non si concepisse sempre tutto come una linea positiva e ascendente.
Dal punto di vista individuale, la cosa che mi aiuta ogni volta che il dolore cronico mi risbatte sul tappetino a livello principiante è che il mio benessere e la mia gioia ne valgono sempre la pena. In ogni caso, esistono anche le imprecazioni. Aiutano pure quelle.