Sento spesso dal vivo e letto/visto sui social media tanta di quella fat talk e diet talk soprattutto vicino ai giorni festa o nel periodo estivo da bastarci per una vita intera, perfino da collegh* psicolog*, da cui, francamente, mi aspetterei maggiore consapevolezza su queste tematiche.
Il termine fat talk (letteralmente: conversazione sul grasso) viene fatto risalire all’antropologa Mimi Nichter, e si riferisce alle conversazioni legate al nostro corpo e alla dieta con connotazioni negative.
Per esempio: “Che bene che ti stanno quei pantaloni! Io, invece, ho delle gambe orribili, devo dimagrire!”.
“Oppure, al pranzo di Pasqua ho mangiato troppo, da domani niente cioccolata e carboidrati“. E via dicendo.
Innocue chiacchiere tra amic*? Non proprio. Questo tipo di conversazioni sono radicate nella malsana idea contemporanea che un corpo magro equivalga per forza ad un corpo sano, oltre ad errate idea su cosa sia una alimentazione corretta. Ma non solo, la magrezza viene associata al successo nella vita, nell’amore e nel lavoro, tutte convinzioni che non hanno alcun fondamento di verità se non negli stereotipi culturali che sembrano dominarci da un paio di secoli a questa parte. Le persone grasse sono innanzitutto persone, e come tali hanno diritto ad avere una voce, ad avere spazio e non dover camminare nel mondo con il dito puntato addosso. Il nostro valore come esseri umani non ha nulla a che vedere con il nostro peso o la nostra taglia.
La fat talk e la diet talk sono correlate ad una bassa autostima, immagine corporea negativa, grassofobia interiorizzata e abbassamento del tono dell’umore. Ancora da indagare con studi puntuali, ma si suppone che questo tipo di conversazioni possano contribuire a rendere più difficile la ripresa da disturbi del comportamento alimentare (DCA) e alla creazione di stili alimentari dannosi, come digiuno o cosiddetti detox a base di beveroni alla moda.
E veniamo ai complimenti che sono tali. Non molto tempo fa una persona che non mi vedeva da un po’ incontrandomi ha esclamato: “sei dimagrita!”. Io, senza pensarci troppo su, ho risposto con un “ah”, e ho proseguito la conversazione tornando sull’argomento principale dell’incontro.
Non è necessario essere una psicologa, per rendersi conto che la persona in questione ci è rimasta molto male della mia risposta. Nell’immaginario collettivo, quando si fa notare un dimagrimento (facendo qualcosa che non si dovrebbe fare e cioè commentare il corpo altrui) ci si aspetta eterna gratitudine, perché in fondo nel 2019, quale altro migliore complimento se non quello che sottolinea che stai occupando meno spazio con la tua persona?
Se anche noi ci sforziamo di non commentare il corpo delle altre persone, è assolutamente probabile e possibile che le altre persone commenteranno il nostro. E se noi che viviamo nella trincea di corpi non conformi agli standard impossibili, siamo forse ormai abituat* a rispondere a tono a chi ci critica, forse siamo meno addestrat* a rispondere a quando ci vengono fatte queste micro aggressioni, travestite da complimenti.
Personalmente non me ne può fregare di meno delle fluttuazioni di peso nel mio corpo, cerco di prendermene cura nel migliore dei modi, sa lui come regolarsi. Se avessi risposto con un “grazie” a quella frase avrei sentito di aver tradito me stessa.
Il nostro corpo è la nostra parte pubblicamente più in vista e per molte persone è motivo di vergogna e paura di essere giudicat*. Commentare il corpo di una persona, anche se in maniera apparentemente positiva può comunque portare a conseguenze spiacevoli e addirittura ferire.
Pensiamo per esempio ad una frase (tipica della nostra cultura):
-“Wow! Come sei dimagrit*!”
detta ad una persona che ha perso peso a causa magari un trauma o di una grave malattia. Ti sembra ancora un complimento?
O ancora:
-“Complimenti per la gravidanza!”
detto ad una persona che è alle prese con una pancia da endometriosi e il dolore di non riuscire a restare incinta o semplicemente a qualcun* (donna o femme) che è ingrassata per terapie farmacologiche.
Quindi, facciamo una cosa, se non siamo in grandissima e profonda confidenza con una persona, NON commentiamo il suo corpo. Se abbiamo voglia di farle dei complimenti ce ne sono tantissimi di belli ed estremamente più significativi che possono andare benissimo.
La differenza? Invece, che blaterare la prima cosa che ci viene in mente, guardiamoci un po’ dentro, rendiamoci un pochino vulnerabili e diciamo qualcosa che viene davvero dal nostro cuore a chi ci sta di fronte.
Ora tocca a te!