Il 1800 ha chiamato e vuole indietro le sue patologizzazioni coloniali ed imperialiste.
Sarà il caldo, sarà che sto invecchiando e ho sempre meno tolleranza verso strumentalizzazioni e tentativi di capitalizzare sulle sofferenze delle persone, ma le varie uscite più o meno istituzionali degli ultimi giorni mi hanno davvero frammentato il sistema nervoso.
Sono una persona con diverse patologie croniche, alcune delle quali ad eziologia incerta e pertanto senza una cura. Ho ben presente come sia facile capitalizzare sulla disperazione e il senso di abbandono istituzionale per vendere a caro prezzo soluzioni miracolose. Nel caso della cronicità le fantomatiche soluzioni hanno a che fare con la demonizzazione del cibo e dei corpi grassi.
In altri casi, si utilizzano termini ottocenteschi come “devianze” o ci si inventano sindromi che dividono il mondo in buoni o cattivi, facendo un passo in più e trasformando i cattivi in mostri disumani. Ed esattamente, quando mai nel corso della storia dell’umanità questa cosa ha risolto qualcosa? Spoiler: mai.
“Incredibilmente” è possibile difendere i diritti delle persone abusate mentre contemporaneamente si critica un sistema sociale che rende possibili quegli abusi, ci si astiene dallo smistare le persone tra angeli e demoni e si cercano soluzioni che prevengano quella situazione dal realizzarsi.
E’ possibile, ma estremamente complesso, difficile da fare comprendere e maledettamente poco redditizio. E non pretendo che chi non fa il mio lavoro debba per forza attenersi a questa condotta professionale, ma chi si occupa di salute mentale sì. Altrimenti può pure cambiare lavoro, non ce l’ha prescritto nessuno.
E’ molto più facile e redditizio aizzare una folla inferocita armata di forconi e fiamme verso la casa della famiglia Addams.
Sai che c’è? Anche no.