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Non sta alla psicologia dividere le persone in angeli e demoni
L'immagine è una illustrazione. A sinistra c'è una figura umana con una maglietta bianca, pantaloni arancioni e lunghi capelli scuri, l’espressione è cupa e arrabbiata. A fianco al suo viso c’è uno speech bubble con la scritta “no!”. Sulla destra dell’immagine ci sono 3 speech bubble che implicano 3 voci fuori campo che dicono “abuso narcisistico!”, “devianze!”, “il gender!”

Non sta alla psicologia dividere le persone in angeli e demoni

Riflessioni sulla strumentalizzazione della psicologia per capitalizzare sulle sofferenze

Il 1800 ha chiamato e vuole indietro le sue patologizzazioni coloniali ed imperialiste.

Sarà il caldo, sarà che sto invecchiando e ho sempre meno tolleranza verso strumentalizzazioni e tentativi di capitalizzare sulle sofferenze delle persone, ma le varie uscite più o meno istituzionali degli ultimi giorni mi hanno davvero frammentato il sistema nervoso.

Sono una persona con diverse patologie croniche, alcune delle quali ad eziologia incerta e pertanto senza una cura. Ho ben presente come sia facile capitalizzare sulla disperazione e il senso di abbandono istituzionale per vendere a caro prezzo soluzioni miracolose. Nel caso della cronicità le fantomatiche soluzioni hanno a che fare con la demonizzazione del cibo e dei corpi grassi.

In altri casi, si utilizzano termini ottocenteschi come “devianze” o ci si inventano sindromi che dividono il mondo in buoni o cattivi, facendo un passo in più e trasformando i cattivi in mostri disumani. Ed esattamente, quando mai nel corso della storia dell’umanità questa cosa ha risolto qualcosa? Spoiler: mai.

A noi psy si chiede (giustamente) di utilizzare empatia e non giudizio nel nostro lavoro, di trattare tutte le persone che vediamo come esseri umani con pari dignità, ma mi pare che il suggerimento sia di farlo solo verso chi si “merita” questo trattamento. E chi lo deciderebbe esattamente questo merito? Non funziona così il nostro lavoro.

“Incredibilmente” è possibile difendere i diritti delle persone abusate mentre contemporaneamente si critica un sistema sociale che rende possibili quegli abusi, ci si astiene dallo smistare le persone tra angeli e demoni e si cercano soluzioni che prevengano quella situazione dal realizzarsi.

E’ possibile, ma estremamente complesso, difficile da fare comprendere e maledettamente poco redditizio. E non pretendo che chi non fa il mio lavoro debba per forza attenersi a questa condotta professionale, ma chi si occupa di salute mentale sì. Altrimenti può pure cambiare lavoro, non ce l’ha prescritto nessuno.

E’ molto più facile e redditizio aizzare una folla inferocita armata di forconi e fiamme verso la casa della famiglia Addams.

Sai che c’è? Anche no.

Sono una psicologa psicoterapeuta e lavoro a Rovigo e online. Mi occupo del benessere psicologico di adulti e adolescenti.

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