“Il Pigmalione” è una piéce teatrale di George Bernand Shaw, da cui nel 1965 fu tratto il musical “My Fair Lady” con Audrey Hepburn. L’effetto Pigmalione (o effetto Rosenthal) è un fenomeno scoperto nel 1965 grazie all’esperimento condotto dallo psicologo sociale di Harvard Robert Rosenthal e l’insegnante Lenore Jackobson. Lo scopo dell’esperiemento era di studiare l’effetto delle aspettative degli insegnanti sul rendimento dei loro alunni.
Rosenthal e Jacobson misurarono il quoziente intellettivo degli alunni della scuola e successivamente, senza tenere conto dei risultati, comunicarono agli insegnanti che alcuni alunni, scelti casualmente, avevano ottenuto punteggi molto alti in un fantomatico test attitudinale e che, quindi, risultavano molto promettenti dal punto di vista scolastico.
Rosenthal e Jacobson ritornarono nella scuola l’anno seguente e rilevarono che gli alunni che erano stati casualmente indicati come più promettenti avevano avuto un rendimento migliore a scuola, e per gli alunni più piccoli c’era addirittura stato un incremento significativo del quoziente intellettivo.
Questo esperimento, caro a tutti gli studenti di psicologia, ci aiuta a capire come le aspettative che abbiamo su una persona possano influenzare in maniera sia positiva che negativa la nostra relazione con lui o con lei. In altre parole, studiare con un insegnante che ha fiducia in noi è decisamente più rilassante e più probabile che favorisca buoni risultati, piuttosto che avere a che a fare con un professore che si aspetta da noi solo insuccessi e insubordinazione.
Il fenomeno, naturalmente, non resta confinato al mondo della scuola, ma può essere applicato al mondo del lavoro, così come a quello finanziario, come dimostrato dal sociologo Merton, che definisce la profezia che si auto-avvera come
“una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità”.
Questo fenomeno è fortemente legato ad un bias o distorsione cognitiva conosciuto come “pregiudizio della conferma” (di cui abbiamo parlato qui), e cioè legato al fatto che tendiamo ad ascoltare o tenere conto solo delle informazioni che confermano le nostre idee.
Cosa significa nella nostra vita di tutti i giorni?
Per esempio, Gianni teme di non riuscire a prendere la patente. Si arrovella per tutte le settimane e i giorni che lo separano dall’esame pratico di guida. Fa tantissime guide con l’istruttore ma si convince che non riuscirà a superarlo. Gianni è preparato, sa esattamente cosa deve fare, ma il giorno fatidico dell’esame è così agitato e pieno di paure che non riesce a seguire le istruzioni dell’esaminatore e viene bocciato.
Anna, invece, vuole fare nuove amicizie. Decide così di uscire di più per avere maggiori opportunità di conoscere nuove persone e lo fa cercando di essere onestamente interessata agli altri, presentandosi con un sorriso e pronta a mettersi in gioco. Con questo atteggiamento ha molte più probabilità di avere successo nel conoscere persone nuove, piuttosto che uscire poco e presentarsi agli altri pensando di non essere in grado di fare una buona prima impressione e interagire in maniera ansiosa e difensiva.
L’effetto Rosenthal ci dice, dunque, che può essere complicato fare cambiare l’idea negativa che gli altri si sono fatti di noi, ma ci suggerisce anche se decidiamo di raggiungere un obbiettivo i primi a crederci dobbiamo essere noi.
Un concetto che ricorda molto il detto americano “Fake it until you make it” – tradotto grossolanamente in “fingi, finché non lo diventi”, di cui abbiamo parlato in questo blog post.
Va da sé che i fenomeni sociali e psicologici che abbiamo descritto non possono applicarsi ad aspettative irrealistiche e non hanno il “potere magico” di funzionare senza che noi facciamo nulla – anche se un insegnante (o un capo) ha piena fiducia in noi, prima o poi si esaurirà se non studiamo (o non lavoriamo) all’altezza di quelle aspettative.
Allo stesso modo, posso ripetermi quanto voglio che sono in grado di correre una maratona, ma se non alzo il sedere dal divano e non comincio ad allenarmi non taglierò mai quel traguardo, con o senza l’effetto Rosenthal.