A tutti noi è capitato almeno una volta nella vita di ferire più o meno intenzionalmente una persona cara. Il più delle volte la relazione torna alla sua normalità. Altre volte, invece, i rapporti restano tesi e non riusciamo a recuperare la serenità. Facciamo magari anche dei tentativi per scusarci ma il perdono non arriva e, anzi, abbiamo pure peggiorato la situazione!
Come fare, dunque, per riparare al danno che abbiamo fatto? Se avete già letto altri articoli di questo blog, potrete immaginare che il primo step è:
Se abbiamo riflettuto a lungo e abbiamo deciso che l’altra persona ha avuto un motivo condivisibile per sentirsi ferito/a e non ci sta chiedendo qualcosa di irragionevole, è il momento di rivolgere l’attenzione verso noi stessi. Chiedere scusa solo per appianare le cose senza cogliere l’occasione per fare qualche riflessione sui noi stessi e su quella relazione è il modo migliore per non farsi perdonare e aggravare le cose in futuro. Potremmo provare a chiederci:
Perché ho agito in questo modo?
Sono sicuro/a di aver compreso fino in fondo perché ho ferito l’altra persona?
In quale altro modo potrei comportarmi per non incorrere nello stesso problema pur restando fedele a me stesso/a?
Fatti questi passaggi, passiamo a vedere in che modo avete posto le vostre scuse. “Scusa” non dovrebbe essere solo una parola che si usa per convenzione sociale per chiedere perdono e aspettarsi che automaticamente l’altra persona ce lo conceda.
Spesso, infatti, quando chiediamo scusa sorvoliamo su uno o più di questi aspetti perché pensiamo siano impliciti o scontati. Ma nella comunicazione uno degli errori principali che commettiamo è pensare che l’altro/a sappia quello che intendiamo davvero dire senza esplicitarlo. Questo è il primo modo in cui si generano incomprensioni e malumori. In una situazione in cui già si parte con una atmosfera non proprio rilassata, è bene non lasciare nulla di ambiguo.
Inoltre, da una ricerca condotta nel 2010 dagli psicologi Fehr e Gelfand è emerso che ci sono altri tre elementi che concorrono a facilitare la concessione del perdono.
Questo punto dovrebbe essere davvero elementare (Watson!), eppure ce lo scordiamo molto spesso. Noi tutti in fondo che cosa desideriamo? Essere compresi dagli altri, sentire che le nostre emozioni e le nostre opinioni sono prese in considerazione. Questo è specialmente vero quando ci sentiamo feriti da qualcuno. Per poter essere disposti a perdonarlo/a dobbiamo percepire che siamo stati davvero compresi nel nostro disagio.
Quando feriamo qualcuno, la nostra relazione in qualche modo ha subito uno squilibrio, una situazione di disequità che ci fa stare male. Proporre un qualche tipo di riparazione all’altra persona fa percepire che abbiamo compreso di aver fatto qualcosa che ha alterato la relazione e che siamo pronti a fare qualcosa per ristabilire l’equilibrio.
Molto spesso è difficile perdonare una persona che ci ha fatto un torto perché ci può sembrare che non abbia davvero capito cosa ci ha fatto stare male, che non si sia davvero pentito/a e che, quindi, presto rifarà la stessa cosa. Esplicitare cosa abbiamo fatto o detto di sbagliato aiuta l’altra persona a comprendere che abbiamo capito e siamo disposti a comportarci in maniera diversa in futuro o che, per lo meno, ci proveremo. Questa è forse una delle parti più difficili del chiedere scusa perché ci costringe a guardarci dentro e a renderci vulnerabili agli occhi degli altri. Ma, senza riconoscere i propri errori, non è possibile evolverci e migliorarci.
Alla fine di tutti questi discorsi, però, spetta sempre all’altro decidere sa davvero vorrà perdonarci. Le relazioni, infatti, si costruiscono sempre in due.