Premesse:
E’ molto difficile comunicare la complessità di approcci non focalizzati sul peso come l’HAES o il Mindful Eating o l’Intuitive Eating in un social, perché per quanto esistano delle linee guida, il presupposto è che non sono protocolli da applicare meccanicamente.
Aggiungiamoci il bias sanitario verso le donne e le persone assegnate femmine alla nascita neuroatipiche e abbiamo la ricetta per un possibile disastro.
Quando parliamo di persone neuroatipiche ci stiamo riferendo ad un universo con molteplici soggettività. Non è possibile fare un discorso che valga per tuttə, tuttavia sappiamo per alcune persone tra iper o iposensibilità sensoriale, necessità di mantenere le routine e un carico mentale quotidiano sostenibile, suggerire di ascoltare i propri segnali di fame/sazietà potrebbe essere inutile e soprattutto dannoso.
Divulgare una versione edulcorata e mainstream dell’HAES è ormai la regola all’estero e presto sarà così anche in Italia, quindi, diffidate di chi vi vuole vendere, ad esempio l’Intuitive Eating o il Mindful Eating come facili strategie per volersi bene o, peggio ancora, per perdere il peso.
Il senso NON è quello. L’HAES è un approccio sanitario a tutto tondo e non riguarda solo l’alimentazione. L’Intuitive Eating è una delle tante possibilità che ci sono riguardo l’alimentazione sotto l’ombrello HAES MA (come ha detto più volte anche la dietista Veronica Bignetti) non è la panacea di tutti i mali, non è sempre accessibile e non è sempre utile.
Il principio fondamentale dell’HAES è di riconoscere le molteplici forze e fattori in gioco nella nostra salute e tenerli in considerazione per uscire dalla logica del protocollo e guardare alla salute in ottica personalizzata.
Quindi per noi professionistə sanitarə che vogliamo lavorare seguendo questi approcci, mettiamocela via che implica abituarsi a stare nella complessità e soprattutto a non smettere mai di formarci ed ascoltare.