Allport ha definito il pregiudizio come un “sentimento, favorevole o sfavorevole, verso una persona o una cosa non basato su una esperienza reale”.
In altre parole, giudicare il libro dalla copertina. E’ una scorciatoia cognitiva. Avere dei pregiudizi è una esperienza umana.
Spesso pensiamo che avere dei pregiudizi implichi urlarli ai quattro venti in maniera aggressiva, cioè esprimerli in maniera esplicita. Ma sappiamo da decenni di ricerca che i pregiudizi si muovono anche a livello implicito. Soprattutto per i pregiudizi sistemici che fanno parte (purtroppo) della narrazione comune, tendiamo ad interiorizzarli. Se poi ci troviamo davanti una persona a cui si applica quel pregiudizio, rischiamo di avere un atteggiamento discriminatorio senza mai dire nulla esplicitamente, e quella persona lo percepirà e vivrà una esperienza orribile.
Ammettere di avere pregiudizi non è piacevole, perché può cozzare con una certa idea che abbiamo di noi. Ma è l’unico modo per provare a decostruirli e smettere di fare danni.
Se hai dei pregiudizi: congratulazioni sei un essere umano!
Se mi rendo conto di averne o qualcunə me lo fa notare e non ci faccio nulla al riguardo. Beh … abbiamo un problema.