Secondo Ekman (sì, “quello di Inside Out”) la vergogna è una reazione emotiva che si prova in conseguenza alla trasgressione di regole sociali. Le emozioni sono la nostra modalità di dare senso al mondo e prendere decisioni e, se abbiamo una emotività sana, dovrebbero avere una durata limitata nel tempo.
Vergogna: Reazione emotiva che si prova in conseguenza alla trasgressione di regole sociali.
Emozione secondaria: origina dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppa con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale.
[Ekman, P. (2008)]
Il “problema della vergogna” è che è strettamente legata alle regole sociali, costrutti socialmente concordati che non esistono a prescindere e che sono un riflesso delle politiche e dei pregiudizi di una certa società in una certa epoca storica. Se si fa parte di un gruppo marginalizzato e discriminato a livello sistemico, si è quotidianamente e costantemente consideratə in violazione di regole sociali e pertanto la vergogna diventa cronica. Spoiler: quando qualcosa diventa cronico non è mai una bella notizia.
«La vergogna cronica è spesso associata allo stigma legato alle minoranze, dove un aspetto saliente della propria identità – come il genere, lo stato di salute, la disabilità, la razza, la sessualità, il peso o l’etnia – è stigmatizzato e di conseguenza si appartiene a un gruppo o comunità marginalizzati
In questo modo, la vergogna cronica ha spesso le sue radici nelle politiche culturali di inclusione ed esclusione in cui per alcuni gruppi di individui la “vergogna stigmatizzante ” è vissuta come uno sfondo frequente, se non costante, della vita quotidiana. In circostanze marginalizzanti, la vergogna diventa profondamente radicata e si ripresenta cronicamente.
Il persistente sentimento di inferiorità ed esclusione sociale che accompagnano la vergogna cronica implica che può diventare debilitante o addirittura patologica, influenzando le proprie scelte di vita, le proprie relazioni e, come recenti ricerche hanno dimostrato, la propria salute»
Dolezal L, Lyons B. Health-related shame: an affective determinant of health?. Med Humanit. 2017;43(4):257-263
Voi che continuate a voler arrogarvi il diritto di continuare a discriminare abbiate almeno la decenza di ammettere che non vi tange danneggiare a vita la salute di interi gruppi di persone. Ah già, la decenza non ce l’avete. Ma noi vi vediamo.