Prenota una, due, tre visite. No, non va bene quell’appuntamento perché non si incastra con quell’esame. L’agenda del medico è chiusa, richiama. Chiedi l’impegnativa. L’impegnativa è sbagliata. Chiedi di rifare l’impegnativa. Stai per finire il farmaco, chiedi la prescrizione. L’ambulatorio è chiuso perché è prefestivo.
Calcola i giorni in cui devi fare la preparazione per quell’esame. Ma devo sospenderlo quel farmaco? Chi lo sa?
Deve venire accompagnatə a quell’esame. Ma nessuno è disponibile ad accompagnarti. L’unica persona che è disponibile non crede che tu abbia davvero una malattia perché non si vede.
Non ho nemmeno scalfito la superficie di quello che è il carico mentale di chi soffre di una (o più) malattia cronica. Gestire tutto il retro sportello di visite, farmaci, ostacoli burocratici, sociali e culturali è un lavoro a tempo pieno. Peccato che non ti paghi i contributi.
Nella nostra comunità, stratagemmi e life hack su come cercare di alleggerire un po’ questo carico sono generosamente condivisi e passati di generazione in generazione. Ma non è sufficiente.