“Fare confronti tra diverse sofferenze è pericoloso. L’empatia non si esaurisce. Quando pratichiamo empatia, creiamo ancora più empatia. La professionista sanitaria esausta non riceve più empatia se la riservi solo a lei o se ignori le tue emozioni o non estendi la tua empatia a qualcunx che secondo te sta più in basso nella “scala della sofferenza”. La sofferenza è sofferenza, e ogni volta che onoriamo le nostre difficoltà o quelle delle altre persone con l’empatia, l’energia che ne deriva farà bene a tuttx.”
– Brené Brown
Quando fatico a descrivere un concetto, un’idea, trovo spesso ispirazione nelle parole di Brené Brown.
Essendosi occupata per anni di ricerca su temi come la vulnerabilità, la scarsità di risorse ed esperienze traumatiche, devo dire che speravo che si sarebbe espressa su ciò che ci sta accadendo.
Nel trauma collettivo che stiamo vivendo e che sta cambiando e cambierà molte cose nella nostra vita, è fondamentale che non dimentichiamo di onorare le nostre emozioni e cerchiamo il più possibile di nutrire l’empatia verso le altre persone e verso noi stessx.
Passa spesso un messaggio che invita al silenzio, a non parlare delle proprie difficoltà perché ci sono persone che stanno peggio di noi. E’ vero. Ci sono situazioni drammatiche ai limiti della nostra immaginazione.
Posso rivolgerla a chi è in prima linea, a chi sta vivendo lutti terribili, a chi sta convivendo tra quattro mura con una famiglia per nulla accogliente, a chi ha paura di non avere soldi per fare la spesa, agli studenti e alle studentesse che non sanno come potranno diplomarsi.
La lista può essere infinita. Posso scorrerla tutta, rivolgendo uno sguardo empatico ad ognunx. E ne rimarrà ancora per me stessx.