Una delle citazioni che sento più spesso ripetere sulla paura è attribuita a volte a Eleanor Roosevelt a volte al marito, il presidente Americano, Franklin Delano Roosevelt:
L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa
La sento dire spesso. E generalmente, quando la sentiamo, annuiamo tutt* ripetutamente. Ma perchè? Che cosa significa?
Semplice, la paura ci salva la vita. Paura del fuoco, del vuoto. Paura di chi ci vuole minacciare o fare del male. Senza la paura dureremmo davvero poco in questo mondo.
Eppure, questa nostra grande amica, nella società moderna viene vista come qualcosa da evitare, sopprimere, men che meno confessare. In terapia, si parla spesso di paura. Forse è proprio uno di quei costrutti che ci accomuna tutti e tutte. Perché, in fondo, ognuna o ognuno di noi prima o poi ha avuto paura di qualcosa, e questa paura ci ha in qualche modo bloccati/e, ci ha fatto esitare o evitare di intraprendere delle strada che avremmo desiderato per noi. E allora abbiamo cominciato a temerla questa paura.
E, quindi, forse hanno ragione i commentatori moderni: la paura non è una nostra alleata?
Ho ben presente la rappresentazione dell’emozione di paura nel film di animazione “Inside Out” della Pixar: un omino viola, magro e ricurvo, sempre timoroso e pronto a cedere al catastrofismo. Non c’è da meravigliarsi se pubblicamente nessuno e nessuna di noi ama ammettere di avere paura: non vogliamo essere associati a questa immagine così poco comprensiva e poco edificante.
Pensiamo un attimo all’ultima volta che abbiamo provato a confessare a qualcun* una nostra paura:
“Ho paura di non superare l’esame”
“Ho paura che se dico a X che mi piace, mi possa rifiutare”
“Ho paura di affrontare la mortalità dei miei genitori”
Con buona probabilità, l’altra persona ci avrà risposto qualcosa del tipo: “Ma dai! Ti pare? Non c’è da avere paura”. Ottimo, grazie, paura sparita. Eccome no?
Ascoltare le paure delle altre persone ci ricorda le nostre, ci ricorda che nessun* di noi è l’alfiere dell’impavido coraggio. Provare ad entrare in empatia con chi ci confessa le sue più grandi paure, ci minaccia profondamente, perché ci costringe a guadare in maniera onesta le nostre, ad ammettere che anche per noi ci sono delle cose, delle persone, dei luoghi, delle tematiche che ci fanno tremare in ogni più piccola parte della nostra anima.
Ho una proposta.
La paura fa parte di noi, è la nostra alleata evolutiva che ci accompagna dall’alba dei tempi. A volte è pure un po’ fastidiosa, ma ogni volta che parla ci dice qualcosa di molto utile. Se impariamo ad ascoltare la sua voce, a darle dignità, a non temere di dire a voce alta davanti ad altre persone ciò che ci sussurra, forse scopriremo che la paura, in fondo, potrebbe essere una mappa verso la nostra libertà.
E tu, di cosa hai paura?